
Ospedale media valle Tevere: Cgil e Spi chiedono verità futuro nosocomio
Preoccupazione per le notizie che trapelano su futuro dell’ospedale comprensoriale
“Dinanzi alle informazioni che trapelano, a fatica, dall’Ospedale della Media Valle del Tevere, ci sentiamo in dovere di continuare a lanciare l’allarme sulla situazione che, a nostro parere, ogni giorno si sta aggravando invece di procedere speditamente verso un riavvio dell’operatività di tutti i reparti”.
A scriverlo in una nota sono Francesco Bartoli e Giuseppe Giansanti, rispettivamente di Cgil e Spi Cgil della Media Valle del Tevere. |
“La USL1 – scrivono i due rappresentanti sindacali – ha proceduto all’assunzione di 7 chirurghi, ebbene tutte queste risorse umane sono state destinate ad altre strutture sanitarie, ciò preoccupa sulla futura ripresa del reparto di chirurgia, con il reale rischio di relegarlo ad ambulatorio chirurgico in maniera definitiva. Inoltre, recentemente due infermiere dell’ex reparto di Chirurgia di Pantalla sono state spostate all’ospedale di Branca, senza che si sappia quando e come potranno essere riutilizzate presso il sito di provenienza”.
Altra grave criticità, secondo il sindacato, è quella del pronto soccorso: “La mancanza di un reparto di chirurgia nella sua piena efficienza h24, infatti, limita e non poco la capacità d’intervento del pronto soccorso – spiegano i sindacalisti – il quale ha disposizioni ben precise che indicano di smistare le urgenze chirurgiche prioritariamente all’ospedale di Branca. Tutto questo potrebbe creare, a lungo andare, situazioni di rischio, dato che accedere al pronto soccorso di Pantalla, vista l’impossibilità di intervenire chirurgicamente per una emergenza, potrebbe rivelarsi una perdita di tempo, anche gravemente penalizzante in alcune situazioni”.
Infine, il sindacato sottolinea come non ci siano, ad oggi, notizie che rassicurino sull’individuazione della figura del primario del reparto di chirurgia, nodo principale per “riavviare in tempi ragionevoli il reparto che è stato dismesso sia dal punto di vista strumentale che delle risorse professionali”.
“La giunta regionale e la dirigenza della USL 1 dovranno dire la verità, una volta per tutte, su quello che sarà il futuro del nosocomio della Media Valle del Tevere – concludono Bartoli e Giansanti – altrimenti non potremo non sospettare che gli interessi che si andranno a tutelare siano molto diversi, se non opposti, a quelli di tutti i 58.000 abitanti della zona 4 che, da 2 anni ormai, sono senza il loro unico presidio sanitario e che ne vedono sempre più a rischio il futuro”.
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