È in programma venerdì 24 aprile 2015 alle ore 17.00 presso la sala Antonio Gramsci della Biblioteca comunale il terzo e ultimo appuntamento con il programma di iniziative promosse dal Comune di Marsciano insieme all’Isuc, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea e la locale sezione dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani italiani, per ricordare la fucilazione dei fratelli Ceci e celebrare i valori della Resistenza e la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista di cui ricorre il 70° anniversario.
L’incontro, che sarà aperto dai saluti dell’Assessore alla Cultura del Comune di Marsciano, Valentina Bonomi, prevede la trattazione, per le scuole e la cittadinanza, del tema “La Resistenza al cinema” attraverso la presentazione, a cura dell’Associazione “Sequenze-Frequenze”, di alcuni spezzoni di “Roma città aperta” (Roberto Rossellini, 1945), “Generale della Rovere” (Roberto Rossellini, 1959), “C’eravamo tanto amati” (Ettore Scola, 1974) e “I nostri anni” (Daniele Gaglianone, 2000). A illustrare il tema interverrà Maria Rita Fedrizzi, storica del cinema.
“Il cinema – spiega Fedrizzi – ha contribuito in maniera decisiva ad affermare e diffondere i valori della Resistenza come valori fondanti dell’Italia repubblicana e democratica. Negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra il cinema ha raccontato la resistenza come la lotta di tutto un popolo contro un esercito invasore.
In film come ‘Roma città aperta’ di Roberto Rossellini la lotta partigiana sembra nascere da una reazione morale, spontanea e collettiva, alla barbarie della dittatura e dell’occupazione tedesca. Viene presenta come un fenomeno di reazione e non come una azione organizzata e strutturata politicamente e militarmente.
Successivamente, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 la Resistenza sugli schermi italiani sottolinea, più che una reazione politica di molti, una scelta individuale che porta personaggi come il Bertone del ‘Generale della Rovere’ di Rossellini a passare dall’indifferenza e dal proprio tornaconto ad un coinvolgimento eroico.
Ed è in questo momento che compare nel cinema un tema che avrà un’ampia eco anche in futuro, ovvero il tema del tradimento, in quegli anni ’60 di rincorsa al benessere e alla ricchezza, di ideali e valori che la Resistenza aveva fatto propri quali la solidarietà, l’altruismo e lo spirito di sacrificio.
Negli ultimi anni la lotta resistenziale è quella dei vinti che però non si arrendono mai, che rivendicano le scelte etiche compiute un tempo anche quando il modo intorno a loro di scelte etiche sembra non voler più sentir parlare. In un film come ‘I nostri anni’ di Daniele Gaglianone, la Resistenza continua ad essere dentro la carne, nei ricordi di coloro che l’hanno vissuta in prima persona e che oggi sono gli ultimi custodi di una memoria di cui si stanno perdendo le tracce”.
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