A Todi la mostra “Alberto Burri – Davide D’Elia. Cretti, Fuochi, Muffe”

Inaugura sabato 28 marzo 2015 presso la galleria Bibo’s Place di Andrea Bizzarro e Matteo Boetti a Todi la mostra “Alberto Burri – Davide D’Elia. Cretti, Fuochi, Muffe”.

Pensata e realizzata in occasione del centenario della nascita di Alberto Burri che ricorre quest’anno, la mostra comprende 15 opere di Burri e 20 di D’Elia.

Anche in questa occasione Bibo’s Place ha scelto di proseguire il discorso sul confronto generazionale, accostando i lavori di un artista storico come Burri a quelli di un artista giovane come D’Elia. L’idea di base è infatti sempre quella che non esistano cesure nette tra una generazione e l’altra ma ci sia una certa continuità: l’ incontro/scontro di dialettica visiva tra artisti giovani ad artisti storicizzati è la linea curatoriale scelta per le tutte le mostre realizzate dalla galleria.

Le opere di Burri esposte comprendono una selezione di lavori che va dalla metà degli anni Quaranta alla metà degli anni Ottanta; la prima è “Piatto” in ceramica del 1949, che si inserisce nel generale fenomeno di rilettura delle poetiche dell’Avanguardia Storica. La “muffa” del 1951 è una delle opere più importanti di Burri circolate nel mercato italiano negli ultimi anni, si tratta di uno dei momenti creativi più liricamente espressivi di tutta la produzione dell’artista.

“Copertina” sempre dei primi anni Cinquanta è una tela dipinta con geometrie e grafismi, riecheggianti l’universo visivo di Klee; la “Combustione” su carta del 1953/1954 riesce a riassumere nell’esiguità della sua dimensione l’intera poetica dell’artista di Città di Castello.

A queste, che sono le opere principali, si accosta un gruppo di piccole carte, tempere e disegni che, con un ulteriore insieme di grafiche e multipli, rappresentano e ripercorrono l’intera produzione di Alberto Burri.

Davide D’Elia ha già esposto i suoi lavori da Bibo’s Place, in particolare nella collettiva del 2013 dedicata a Mario Schifano, 8×8 64 When form becomes idea. 7 artisti per Mario Schifano, il Puma.

Inizialmente legato alla pittura informale, l’artista a partire della seconda metà del Duemila sperimenta l’interazione del tempo e degli agenti atmosferici sulla materia, che lo portano a realizzare opere composte con materiali solarizzati, usurati dal tempo, e con la muffa. Sono lavori che esplorano quello che rimane, documentano la storia, la vita proiettata sulle cose: l’artista osserva il passaggio del tempo portando avanti una riflessione che riguarda non soltanto la consapevolezza della memoria ma anche la sua trasmissione. A queste opere ne seguono altre in cui le muffe vengono unite o contrapposte a carte millimetrate, strumenti di precisione e di controllo dello spazio, completamente opposti alla imprevedibilità dell’azione del tempo e della natura sulle cose.

Nel 2014 realizza una installazione ambientale dal titolo Antivegetativa un intero ambiente in cui pareti, oggetti, quadri vengono immersi in una pittura azzurra a base di piombo, l’antivegetativa appunto, utilizzata nei cantieri nautici per evitare l’usura delle chiglie delle barche. Se le muffe, le solarizzazioni, la polvere ci raccontano il tempo e la memoria sulla materia, se la carta millimetrata tenta un controllo dell’azione del tempo, l’antivegetativa con il suo azzurro compatto, nasconde qualsiasi traccia del tempo, o forse tenta di proteggere la materia dal tempo. Le opere di D’Elia sono caratterizzate dalla contaminazione tra i linguaggi e da un’estetica concettuale. Nei suoi lavori il dato soggettivo e i materiali vengono destrutturati e ricomposti per trasformarsi nel veicolo di un pensiero universale. Dalla materia all’astrazione.

Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) il 12 marzo 1915. Si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas. Qui comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946 si stabilisce a Roma e si dedica alla pittura. La sua prima personale è proprio a Roma, alla galleria La Margherita.

Dal 1950 assumono rilievo i “Sacchi” , fino a predominare nelle mostre personali che, dopo Roma, si tengono anche in varie città americane ed europee. Sempre nel 1950 partecipa alla fondazione del Gruppo Origine, insieme a Ettore Colla, Giuseppe Capogrossi e Mario Ballocco.

Risalgono agli inizi degli anni ‘60 le prime ricapitolazioni antologiche con il nuovo contributo delle “Plastiche”. Gli anni ‘70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai “Cretti”, ai “Cellotex” , mentre si susseguono le retrospettive storiche in Italia e all’estero. Al 1979 risalgono i “Cicli”, che domineranno tutta la sua produzione successiva. Nel 1981 viene inaugurata la Fondazione Burri a Città di Castello. Alberto Burri muore a Nizza il 13 Febbraio 1995. Le sue opere sono esposte in alcuni dei maggiori musei del mondo.

Davide D’Elia è nato nel 1973 a Cava dei tirreni (SA). Vive e lavora a Roma. Ha esposto in mostre personali e collettive, in Italia, Inghilterra, Libano, Grecia e Slovenia. Suoi lavori sono stati esposti al MAXXI Museo delle arti del XXI secolo e ha partecipato alla 55 Biennale di Venezia (2013).

ORARI
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