Governo: striscioni di Casa Pound in tutta Italia contro Mario Draghi

Governo: striscioni di Casa Pound in tutta Italia contro Mario Draghi

Governo: striscioni di Casa Pound in tutta Italia contro Mario Draghi

Governo: striscioni di Casa Pound in tutta Italia contro Mario Draghi

Todi, 6 febbraio – “Dal Britannia alla Bce, Draghi liquidatore di Stato”. È questo il testo dello striscione contro Mario Draghi apparso questa mattina presso il Piazzale Cesare Manganelli a Todi ed in oltre 100 città italiane a firma CasaPound Italia.

  • Anche sui social, da ieri, è partita la campagna di Cpi che ha lanciato l’hashtag #direzionegrecia rimarcando la crisi dello Stato europeo iniziata nel 2009.6

Dopo l’ennesimo gioco di palazzo – spiega CasaPound in una nota – entra in scena Mario Draghi, l’uomo a cui nel 1992 a bordo del panfilo Britannia fu ordinata la svendita dell’Italia ai grandi finanzieri.

[su_panel]Mario Draghi – si legge nella nota – uomo legato a Goldman Sachs, così come lo è Romano Prodi, capo del governo per ben due volte, e Mario Monti, imposto nel 2011 da Giorgio Napolitano e tuttora senatore a vita con la capacità di essere decisivo nelle decisioni di governo.[/su_panel]
  • Mario Draghi, per anni a capo della Bce che lanciò la politica dell’austerity

Ancora una volta viene sancita la totale subordinazione della politica italiana a decisioni a cui l’Italia non può prendere parte. Per una questione di cultura politica, perché oramai la sovranità nazionale e l’autonomia decisionale vengono viste come un ostacolo anziché un principio cardine, ma anche per totale incapacità di gestione.

[su_panel]In parlamento siedono solo figuranti la cui unica preoccupazione è mantenere la poltrona. abbiamo assistito a un governo deprimente per la sua totale incompetenza e le sue farse da cinepanettone, mentre l’opposizione si sfilava dalle sue responsabilità rifiutandosi più volte di dare spallate decisive forse proprio per paura di dover andare al governo.[/su_panel]

Non ci stupiamo che la troika internazionale si rifiuti di consegnare i miliardi del Recovery Fund e del Mes a una tale classe politica ridicola e grottesca, chiamando e imponendo i suoi ‘professionisti’ a gestire – conclude Cpi – le politiche decise su altri tavolini”.

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