
Tra loro anche la proprietaria del luogo e la madre di un amico
La procura di Spoleto ha iscritto tre persone nel registro degli indagati in merito alla morte di Riccardo Tascini, il tredicenne di Perugia trovato privo di vita nelle acque di un laghetto artificiale a Pieve Caina, frazione del comune di Marsciano, domenica scorsa. L’inchiesta è formalmente aperta per omicidio colposo e al momento si concentra su tre figure centrali nella dinamica della tragedia.
I soggetti iscritti sono la madre di un compagno di classe del ragazzo, alla quale i genitori avevano affidato il figlio per la gita scolastica; la titolare della proprietà in cui si è svolta la giornata; e il figlio di quest’ultima, gestore dell’azienda agricola che include il lago.
L’atto di iscrizione rappresenta un passaggio tecnico, motivato dalla necessità di permettere agli indagati di nominare propri consulenti per assistere all’autopsia, prevista per domani. L’esame autoptico dovrà chiarire le circostanze esatte del decesso e verificare se Riccardo sia morto per annegamento o se vi siano altre cause da accertare.
La comitiva, composta da studenti dell’istituto comprensivo Giovanni Pascoli di Perugia, si era recata nella struttura rurale per celebrare la fine dell’anno scolastico. Una consuetudine già sperimentata in passato. Durante il pomeriggio, il gruppo si sarebbe spostato nei pressi del lago, bacino utilizzato per scopi agricoli, ufficialmente non destinato alla balneazione. Proprio lì il corpo del tredicenne è stato ritrovato senza vita dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
Parallelamente all’attività della procura, proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di Todi. I militari hanno raccolto testimonianze tra i presenti e acquisito documentazione relativa alla struttura e al bacino idrico. Gli accertamenti sono focalizzati su eventuali profili di responsabilità legati alla sicurezza del luogo, alla sorveglianza dei minori durante l’evento e alla natura dell’invaso, che non risulterebbe abilitato alla balneazione.
Secondo quanto emerso, Riccardo si sarebbe tuffato in acqua insieme ad altri ragazzi. Alcuni testimoni hanno raccontato che a un certo punto si sarebbero accorti della sua assenza e sarebbe scattato l’allarme. Nonostante i tentativi immediati di cercarlo, solo l’arrivo dei soccorsi ha permesso il ritrovamento del corpo, avvenuto ore dopo.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Federica Filippi, mirano a stabilire con precisione il quadro delle responsabilità. In particolare, sarà necessario chiarire se vi siano stati comportamenti negligenti o omissivi da parte degli adulti coinvolti nell’organizzazione della giornata.
Il lago, secondo gli atti acquisiti dagli inquirenti, risulta destinato a usi agricoli e non dotato di alcuna autorizzazione per l’attività balneare. Questo aspetto rappresenta uno dei punti critici dell’indagine, in quanto potrebbe configurare un utilizzo improprio dello spazio da parte della comitiva. Resta da verificare se i minori siano entrati in acqua autonomamente o se ciò sia avvenuto sotto la supervisione o con il consenso degli adulti presenti.
Intanto, nella comunità scolastica dell’istituto Pascoli e nella città di Perugia, il dolore per la perdita di Riccardo resta vivo. Lo studente frequentava la terza media ed era conosciuto e benvoluto dai compagni e dagli insegnanti. La notizia della sua morte ha scosso profondamente la scuola e la città, che si prepara ora a partecipare ai funerali dopo il completamento degli accertamenti giudiziari.
L’autopsia, affidata a un medico legale incaricato dalla procura, potrebbe fornire elementi determinanti per orientare le indagini. I consulenti delle parti avranno la possibilità di assistere all’esame, in un passaggio che si preannuncia decisivo per comprendere quanto accaduto.
Le posizioni dei tre indagati restano al momento coperte dalla presunzione di innocenza. L’iscrizione nel registro rappresenta una garanzia procedurale, funzionale allo svolgimento degli accertamenti tecnici.
Gli investigatori, che nei giorni scorsi hanno effettuato diversi sopralluoghi nell’area, sono al lavoro per definire con chiarezza la dinamica dell’incidente e le eventuali omissioni di custodia o vigilanza che potrebbero aver favorito l’evento. La struttura agricola, già utilizzata in passato per eventi simili, è ora sotto esame per la sua idoneità ad accogliere gruppi di minorenni e per le condizioni di sicurezza offerte, in particolare in relazione alla presenza del bacino idrico.
Le prossime ore saranno decisive per l’inchiesta. L’esito dell’autopsia, unito alle risultanze testimoniali e documentali, contribuirà a delineare il quadro complessivo delle responsabilità e a fornire eventuali elementi per ulteriori sviluppi dell’indagine.
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