I Carabinieri della Stazione di Deruta, insieme ai colleghi della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Perugia, al termine delle indagini avviate a seguito del furto di circa 10.000 maglie tipo “polo” di un famoso marchio presso una lavanderia industriale di quel comune, hanno, in realtà, scoperto che non si trattava di un furto, bensì di una simulazione di reato posta in essere dai titolari (un uomo e una donna), della stessa lavanderia.
I due giovani, del luogo, dopo averli fatti intervenire per il sopralluogo, facevano notare ai Carabinieri una piccola forzatura di una porta del capannone, adibito a lavanderia ed il sistema di allarme antintrusione che non era stato inserito, per dimenticanza.
Le risultanze degli accertamenti eseguiti e le informazioni raccolte dai militari permettevano di mettere in evidenza delle incongruenze nei fatti denunciati dai predetti fratelli. Pertanto, i Carabinieri effettuavano una “visita” in alcuni locali nella disponibilità dei titolari della lavanderia, rinvenendo e sequestrando la refurtiva “falsamente” denunciata rubata e che era pronta per essere piazzata sul mercato clandestino.
I due fratelli, pertanto, venivano denunciati alla Procura della Repubblica di Spoleto, quali responsabili dei delitti di appropriazione indebita e di simulazione di reato, in concorso, mentre la refurtiva – del valore di oltre 50.000,00 euro – veniva restituita ai legittimi proprietari.
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